giovedì 15 novembre 2012

L'inverno infinito



Anticipa ogni addio, quasi già fosse alle tue spalle,
come l'inverno che ora se ne va.
Perché c'è tra gli inverni uno così infinito
che, se il tuo cuore sverna, resiste ormai per sempre.

Sii sempre morto in Euridice, e innalzati
fino al Rapporto puro, con più forza cantando, celebrando.
Qui tra effimeri sii, nel regno del declino,
un calice squillante che squillando già s'infranse.

Sii, e la condizione del Non-Essere al tempo stesso sappila,
questo fondo infinito del tuo interno vibrare,
perché s'adempia intera in quest'unica volta.

Alle risorse esauste, alle altre informi e mute
della piena natura, alle somme indicibili,
te stesso aggiungi, in gioia, e annienta il numero.

(R. M. Rilke da da "I sonetti ad Orfeo"  XIII) 

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